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The Chronicles of Zeus.

Shooting Stars

The Chronicles of Zeus.

Shooting Stars

Finalmente Will confessa il suo segreto.

Shooting Stars

Capitolo VII - Il Sogno

17/10/2005 - rinox

La giornata di Will non era cominciata bene. Passando le ore tra alti e bassi aveva preso decisioni, pensato a cambiamenti. Poi una visita inaspettata che lo riempie di gioia. Poi un incontro con una persona speciale. Ed infine la visione di un incubo che si realizza.
E siamo solo all’inizio del pomeriggio. Quanti possono dire di avere giornate così.
Adesso Will si trova ancora seduto nella tavola calda di Big Mama. Seduto di fronte a lui c’è suo nonno. E sta per raccontare tutto su uno strano sogno.
-Che vuol dire che lo hai sognato?- Chiede più che incuriosito nonno Clemente.
-Vuol dire che quest’oggetto l’ho già visto.-
-Puoi averlo visto da qualche parte, forse?- Cerca di spiegare suo nonno.
-Nonno, tu sai cos’è?- Chiede un po’ stizzito Will.
-Beh, sembra una sfera… bitorzoluta, ma una sfera…- Risponde Nonno C.-
-Una bella analisi nonno! C’ero arrivato anch’io. Ma mi chiedo, perché una sfera bitorzoluta è stampata su di un foglio di appartenenza dell’FBI con su francobollato Top Secret!-
Nonno Clemente non aveva fatto caso a tutte le frasi scritte sopra e sotto la figura. In effetti non era chiaro.
Il foglio era evidentemente dell’FBI, questo voleva dire che Tari lavorava per loro. Un’esperta astrofisica con il pallino per la geologia che lavora per il governo. In più quella scritta in stampatello in fondo alla pagina, “Da non divulgare. Mantenere “Top Secret.” non faceva presagire niente di buono. Adesso quello che più premeva a Nonno Clemente era come mai Will si era turbato alla vista di quella strana sfera.
-Parlami del tuo sogno, Will.-
-Sei sicuro che te lo racconti?- Will guarda suo nonno e pensa che lo crederà uno stupido o un pazzo o chicchessia.
-Certo che ne sono sicuro.- Nonno C. non aveva timore di quello che Will aveva da raccontare.
-Alla fine della storia, mi prenderai per pazzo.- Esclama sicuro Will.
-Non ti prendo per pazzo. Dai, ti prego, quando lo hai sognato?- Le domande di nonno C. si fanno più serrate.
-Ho cominciato a fare questo sogno quattro mesi fa.- Risponde Will.
-Continua…- chiede suo nonno.
-Credo sia stato papà a scatenare questa cosa.-
-Cosa, tuo padre? Che centra lui?- ribatte nonno C.
-Prima che cominciassi a sognarlo, ricevetti una telefonata. Non mi aspettavo che mi chiamasse, del resto era sparito per tre anni senza dare notizie di sé, poi me lo ritrovo sotto casa e... Insomma non saprei… Comunque questa volta mi è sembrato parecchio preoccupato direi. Mi chiese scusa, dice di volermi bene, che le cose come appaiono adesso non sono come dovrebbero essere… insomma tanto bla bla bla. Comunque dopo le scuse, continua a dirmi su come la sua vita non era andata come lui volesse, su come era pentito di non essere stato un padre per me. Insomma, un mare di stronzate che sapevo, prima o poi, mi avrebbe detto…-
Will viene interrotto.
-Non credi di essere troppo duro con lui…- Dice nonno C.
-Troppo duro? Ci ha abbandonato… ha abbandonato me e la mamma… tua figlia… come fai a stare dalla sua parte…?- Will si agita e alza il tono della voce.
-Non sto dalla sua parte Will, sono ancora arrabbiato con lui. Ma non è stato lui a fare ammalare tua madre. Da quello che so, non ha mai avuto altre donne dopo tua madre. Io conosco tuo padre. E’ un uomo con la gioia di vivere e buono. Ma quando entrò in quel maledetto laboratorio cambiò. Solo lavoro e nient’altro. Adesso vorrebbe redimersi. E tu glielo dovresti permettere. E’ sempre tuo padre.-
-Non mi fa sentire meglio, nonno…- risponde subito Will -…ci ha abbandonato. Non potrò mai perdonarlo…- Ma Will si accorge di essere andato oltre a ciò che voleva dire. -…Comunque non era a questo cui volevo arrivare. Credo mi abbia fatto qualcosa.-
-Cosa può averti fatto Paul?- Chiede allargando le mani nonno C.
-Non lo so, posso solo dirti che dopo quella sera ho cominciato a fare questo strano sogno. E’ colpa sua se sto uscendo pazzo.-
-Ma Will… come fai ad esserne così certo… ma perché non mi hai mai detto niente?- Nonno Clemente era dispiaciuto e non sapeva che altro dire.
-Cosa vuoi che dicessi, che sogno cose strane ogni notte? Che vado da uno psichiatra per darmi una spiegazione logica? Erano solo sogni, fino a stamattina…-
-Ragazzo, calmati un po’… parlami del sogno, come comincia?-
-Nel mio sogno tutto comincia come in un film. E’ troppo limpido, c’è poca confusione, non è tipico di un sogno. Io sono un uomo di scienze. E’ normale che mi interroghi e mi dia delle risposte sensate. La vista di questo oggetto mi ha fatto fare solo uno più uno. Ciò che non capisco è cosa centra papà con uno strano sasso. Come mai ci sta dietro anche l’FBI. Ma soprattutto, cosa centro io?-
-Will, adesso parlami del sogno.- Nonno Clemente aveva dimenticato la bistecca che gli era stata portata un quarto d’ora fa. Ormai era completamente preso dalla storia del nipote.
-Ok.- Allora Will finalmente parla del suo sogno. -Inizia tutto nel buio. Sento una voce. La riconosco sempre, non cambia mai. E’ la voce di papà. Mi dice, “Preparati, lei sta arrivando. Ed insieme a lei anche loro.” A questo punto dopo che la frase finisce, mi accorgo che l’oscurità si va dileguando. Mi vedo al centro di una strada, mi vedo con gli occhi di un altro. Ma è una sensazione che dura poco. Proprio subito dopo mi sento risucchiare nel mio corpo, vedo nuovamente attraverso i miei occhi. Sto fissando il cielo. E’ meraviglioso. Una notte senza una nuvole. Si vedono solo le stelle. Non c’è la luna. Improvvisamente vedo una stella cadente, poi, subito dopo, un’altra, comincia molto lentamente, poi aumenta l’intensità, un’altra e un’altra ancora, non è una pioggia di stelle cadenti è una tempesta! Non mi sento tranquillo. Alcune di quelle stelle le vedo arrivare fino a terra. E poi lo vedo. Lo strano sasso. Mi passa proprio sopra la testa. Incandescente. Va oltre senza fermarsi. Cade proprio avanti a me. La sensazione che provo non è di curiosità, ma è inquietudine. Lo guardo, adesso a vederlo meglio, sembra più di un sasso, come dire un bozzolo, a causa della sua incandescenza ho quasi l’impressione di vedere ciò che contiene. Al suo interno sembra agitarsi un verme enorme. Non mi avvicino troppo, anzi cerco di allontanarmene, ma una voce mi ferma. Mi chiama per nome, mi dice sussurrando nell’orecchio “Will, fermo non avere paura”. Più di una volta. La sfera non mi fa più timore. Mi giro, mi guardo intorno, non c’è nessuno, la voce non proviene dalla strana sfera. Poi alla fine vedo un’ultima stella cadente che viene verso di me, è più brillante di qualunque cosa abbia mai visto. Non posso muovermi, vorrei spostarmi, ma non posso, la luce viene sempre più verso di me. Comincio ad avere nuovamente paura. Infine vengo colpito. Torno nuovamente nel buio. La stessa voce che prima mi sussurrava, mi sveglia. Stavolta mi urla “Combatti!”.-
Will guarda suo nonno in faccia. –Sapevo che mi prendevi per pazzo.-
Nonno Clemente invece sdrammatizza. –Non ti prendo per pazzo, ma devo dire che sicuramente è uno strano sogno. Comunque forse ti spiega cosa sia il sasso.-
-Già, un bozzolo? Il sogno mi avverte che non è niente di buono. La sensazione che avevo era di paura alla sua presenza.-
Ma mentre nonno e nipote continuano la strana conversazione, dalla cucina Big Mama nota che i piatti dei suoi due ospiti sono ancora pieni. Non è una cosa che le capita spesso di vedere. Li raggiunge da li a poco e vede che i loro piatti sono ancora come appena serviti.
-Caro Will, per caso le bistecche non sono buone?-
Will interrompe il discorso con suo nonno. –No, cara Big Mama. Io e mio nonno non ci vedevamo da molto tempo… Ci siamo messi a parlare e non abbiamo più pensato al cibo…-
Ma Big Mama non è ancora convinta. Convinta che Will non gliela racconta tutta gli si avvivicina naso a naso. –Ragazzino se vieni da Big Mama, vuol dire che vieni per mangiare non per… Oddio… Ma questo coso l’ho già visto.-
Big Mama nota la foto della sfera. Will si blocca e afferra la mano di Big Mama.
-Big Mama, dove lo hai visto… dimmelo! Lo hai songnato?-
-Sognato?- risponde ridendo Big Mama –Ma quando mai! E’ venuto stamattina per la sua solita colazione Billy Jones. Mi ha fatto vedere una foto. Mi ha detto che ieri notte ha sentito un forte rumore provenire da vicino il suo campo di pomodori. Qualcosa gli aveva sfondato la porta del magazzino e si era andata a infossare nel pavimento! Quando è andato a vedere cos’era ha visto quella cosa… Si è messo paura, mi ha detto, torna dentro casa di corsa, e chiama lo sceriffo. Poi gli fa una foto con la polaroid del figlio! Da lì a un ora aveva l’esercito in giardino… sembrava che già sapevano tutto.-
Will interrompe Big Mama. –Vuoi dire che per adesso c’è l’esercito a casa di Billy?-
-Ragazzo, ma non ascolti quando parlo… Sì c’è l’esercito a casa di Billy… Ma tu non esci mai di casa?- Rispose Big Mama, visto che il loro è un piccolo paesino, le notizie corrono veloci, specie se l’esercito fa loro visita.
Ma come sappiamo Will fino a stamattina viveva in un mondo tutto suo e lui stesso non poteva crederci, stava accadendo qualcosa intorno a lui e non se ne rendeva conto. Lui e suo nonno non parlano più, avevano qualcosa da fare, dovevano andare a vedere. Finirono le bistecche di corsa. Tornarono al garage e presero Lyla. Destinazione, casa di Billy.

17/10/2005 - rinox

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